Hai mai avuto quella sensazione, mentre studi una lingua straniera, che certe parole d’amore non si traducano mai davvero? Tipo, ti insegnano che “ti amo” in inglese è “I love you”, o in francese “Je t’aime”, e ok. Ma poi, parlando con madrelingua, ti accorgi che non basta una sola frase per dire quello che provi. In realtà, ci sono lingue dove ci sono dieci, venti o più modi per esprimere l’amore – ognuno con sfumature diverse, e legate profondamente alla cultura.
In italiano abbiamo “ti voglio bene” e “ti amo”, che già fanno una bella distinzione. Il primo è affetto sincero ma più leggero, più ampio: si dice a un amico, a un genitore, a un partner nei momenti teneri. Il secondo è molto più intenso, carico, e quasi esclusivo del rapporto amoroso. Ma immagina una lingua dove ci sono parole diverse per dire amore romantico, amore tra amici, amore passionale, amore spirituale, nostalgia d’amore… È il caso del greco antico, che distingue tra eros, philia, agape e storgé. Una vera mappa emotiva.
E poi ci sono culture dove non si dice quasi mai “ti amo” ad alta voce, come in Giappone. Lì, se dici aishiteru, rischi di sembrare eccessivo, teatrale. Molto più comune è suki desu, che vuol dire letteralmente “mi piaci”, ma con il tono giusto può contenere tantissimo sentimento. Spesso, in queste culture, l’amore si dimostra con i fatti, non con le parole. Un gesto, una presenza costante, un “hai mangiato?” valgono più di mille dichiarazioni.
In arabo invece c’è una vera poesia nell’esprimere l’amore: esistono parole diverse per il desiderio (ishq), per l’affetto profondo (mahaba), per la passione struggente (gharam). Non è un caso che la letteratura araba sia piena di storie d’amore intense, totali, spesso tragiche. Ogni parola racconta un modo diverso di sentire, e riflette l’importanza che la cultura dà alle emozioni forti.
E in lingue più vicine a noi, come il francese o il tedesco? Anche lì troviamo sottigliezze. In Francia si dice je t’aime, ma per non spaventare troppo, molti preferiscono je t’adore o tu me plais nei primi momenti. In tedesco, Ich liebe dich è potentissimo, da dire solo a chi ami davvero. Tra amici o familiari, si usa Ich hab dich lieb, più affettuoso e meno carico. Ma la cosa bella del tedesco è che ha parole lunghe per sentimenti che in italiano non hanno un nome, come Sehnsucht (una nostalgia intensa) o Zweisamkeit (quella sensazione intima di stare bene insieme, da soli).
Tutto questo ci insegna una cosa importante: quando impari una lingua, non impari solo a tradurre parole, impari a vedere il mondo con occhi nuovi. Scopri che l’amore non si vive ovunque allo stesso modo. In certi paesi si dice, in altri si dimostra. In certi si sussurra, in altri si grida. E se ci pensi bene, queste differenze ti aiutano anche a capire meglio te stesso, e forse a trovare parole che in italiano ti mancavano.
Quindi, la prossima volta che ti chiedi come si dice “ti amo” in un’altra lingua, fermati un attimo. Chiediti anche come lo sentono, quando lo dicono, cosa significa per loro. Perché imparare a dire “ti amo” è facile. Capire come si ama, quello sì che è imparare una lingua davvero.