Il Blog sulle lingue di Abbey School

Le mani parlano: scopri i gesti e i movimenti che svelano la cultura dietro le parole

Quando impariamo una nuova lingua, spesso ci concentriamo sulla grammatica, sul vocabolario e sulla pronuncia. Tuttavia, c’è un aspetto altrettanto importante della comunicazione che tendiamo a ignorare: i gesti e i movimenti corporei. Questi elementi, pur non essendo “parole”, sono fondamentali per comprendere appieno una lingua e, soprattutto, per poterci esprimere in modo autentico in un contesto culturale diverso dal nostro.

Imparare la lingua di un popolo non significa solo ripetere frasi e costruire correttamente una proposizione, ma anche capire i segnali metalinguistici che accompagnano ogni conversazione. In molti casi, i gesti e i movimenti delle mani, della testa e del corpo sono altrettanto, se non più, importanti delle parole stesse. Essi raccontano storie, esprimono emozioni e, talvolta, possono persino sostituire le parole quando non si è in grado di comunicare verbalmente. Scoprire come diverse culture usano il linguaggio del corpo ti aiuterà non solo a migliorare la tua comunicazione, ma anche a comprendere meglio le sfumature culturali che arricchiscono una lingua.

Il linguaggio delle mani: un codice universale e diverso

Ogni cultura ha i suoi gesti tipici, e ciò che può sembrare una comunicazione innocua in un paese, può risultare offensivo o incomprensibile in un altro. I gesti, infatti, sono il riflesso di norme sociali, valori e credenze che variano a seconda del contesto culturale. Prendiamo ad esempio il semplice gesto del “pollice in su”. In molti paesi occidentali, come gli Stati Uniti e il Regno Unito, questo è un segno universale di approvazione e successo. Tuttavia, in alcune culture del Medio Oriente, lo stesso gesto può essere visto come offensivo, quasi come se fosse un insulto diretto.

In Italia, invece, il gesto di “fare le corna” con la mano, cioè alzare il mignolo e l’indice a formare un corno, è utilizzato per proteggersi da una possibile maledizione o per indicare che qualcuno è stato tradito. Questo gesto, che potrebbe sembrare innocente in altre parti del mondo, ha un significato completamente diverso a seconda della cultura in cui viene utilizzato. In Spagna, il movimento della mano che fa una “V” con le dita è il simbolo della pace, ma può anche essere usato in modo provocatorio o sarcastico se fatto con il palmo rivolto verso l’interno, un gesto di disprezzo.

Il linguaggio delle mani non si limita ai gesti offensivi o di approvazione. In Giappone, i gesti sono spesso più sottili e delicati, in linea con la cultura del rispetto e della modestia. Il gesto di piegare la testa per mostrare deferenza o di unire le mani in un movimento simile alla preghiera, indica gratitudine o una richiesta. Allo stesso modo, in Cina, i gesti sono usati con grande cautela, e un gesto di rispetto potrebbe includere l’inclinazione della testa o il tocco delicato del viso per esprimere cortesia e umiltà.

La testa: il movimento che parla senza parole

Mentre i gesti delle mani sono spesso i più visibili e comunicativi, anche i movimenti della testa giocano un ruolo essenziale nel linguaggio non verbale. In molte culture, il semplice atto di annuire con la testa è universalmente riconosciuto come segno di assenso o approvazione. Tuttavia, come ogni altro gesto, anche il movimento della testa può assumere significati diversi a seconda della cultura.

In paesi come l’Italia e la Grecia, dove la comunicazione è appassionata e vivace, il movimento della testa è rapido e deciso. Un forte cenno di “sì” è accompagnato da un movimento vigoroso della testa, mentre il “no” è altrettanto energico e pronunciato. In contrasto, nei paesi nordici, come la Svezia o la Finlandia, il movimento della testa tende a essere più contenuto e meno visibile. Queste differenze possono sembrare minori, ma sono importanti per adattarsi alle aspettative sociali di una cultura.

In alcune culture asiatiche, come in Giappone, annuire con la testa non è solo segno di assenso, ma un modo per mostrare attenzione e rispetto durante una conversazione. Anche se il giapponese potrebbe non esprimere verbalmente un forte “sì”, il movimento della testa, lento e misurato, comunica la comprensione e il rispetto per chi parla. Al contrario, in molte culture latinoamericane, un semplice “sì” spesso viene accompagnato da un sorriso e da un cenno energico, mentre un “no” potrebbe essere manifestato con un movimento più deciso e meno ambiguo.

Un viaggio nella diversità culturale: come i gesti raccontano la storia di un popolo

Ogni gesto, ogni movimento che vediamo durante una conversazione non è mai casuale. Essi sono influenzati dalla storia, dalla cultura e dalle tradizioni di un popolo. Per esempio, il saluto con un abbraccio è comune in molte culture latine, come quella messicana e italiana, dove il contatto fisico è simbolo di calore umano e vicinanza. Tuttavia, nelle culture anglosassoni o nordiche, un abbraccio potrebbe essere più raro, con una preferenza per la stretta di mano, segno di formalità e rispetto personale.

Nel mondo arabo, il gesto di stringersi la mano è spesso accompagnato da un leggero tocco del viso con la mano, simbolo di intimità e rispetto. In alcune regioni, invece, la tradizione richiede che la mano venga sollevata in un gesto di benedizione o di augurio, senza che ci sia contatto fisico. Questo tipo di gestualità non è solo una questione di convenzione, ma anche di identità e appartenenza culturale. L’uso della mano per comunicare concetti astratti o esprimere emozioni è radicato nel modo in cui ogni società definisce le proprie relazioni interpersonali.

La cultura giapponese, ad esempio, è famosa per la sua comunicazione indiretta, che si riflette nei gesti misurati e nei movimenti controllati. Un inchino, che può sembrare un gesto semplice, in realtà porta con sé una carica simbolica di rispetto e riconoscimento. Ogni angolazione della testa e ogni piega del corpo sono segnali che raccontano una storia di umiltà e deferenza.

Un tocco di differenza: imparare a comprendere senza parole

Quando impariamo una nuova lingua, non possiamo limitarci a memorizzare le parole. È altrettanto essenziale apprendere i gesti, i movimenti e le espressioni che arricchiscono il linguaggio. Ogni cultura ha il suo modo di usare il corpo per esprimere sentimenti, emozioni e idee. I gesti e i movimenti delle mani e della testa, pur sembrando secondari rispetto alle parole, sono uno strumento potente di comunicazione. Riconoscere e comprendere queste sfumature non solo ci aiuta a comunicare meglio, ma ci avvicina anche alle persone, permettendoci di entrare in contatto con loro in un modo più autentico e profondo. Quindi, mentre impari una nuova lingua, ricorda che la lingua del corpo è altrettanto importante quanto quella delle parole. Non limitarti a imparare ciò che viene detto, ma anche come viene detto.

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